NGC 2276
NGC 2276 Galassia a spirale | |
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Scoperta | |
Scopritore | Friedrich August Theodor Winnecke |
Data | 1876 |
Dati osservativi (epoca J2000.0) | |
Costellazione | Cefeo |
Ascensione retta | 07h 27m 23,8s |
Declinazione | +85° 45′ 24″ |
Distanza | 106 milioni a.l. (32,8 milioni pc) |
Magnitudine apparente (V) | 11,4 |
Dimensione apparente (V) | 2',8 x 2',6 |
Redshift | 0,008039 |
Luminosità superficiale | 12,9 |
Angolo di posizione | da 20° a 50° |
Velocità radiale | 10 km/s |
Caratteristiche fisiche | |
Tipo | Galassia a spirale |
Classe | SAB(rs)c II-III |
Caratteristiche rilevanti | Galassia prolifica di supernove |
Altre designazioni | |
Arp 25; UGC 3740; PGC 21039; MCG +14-4-28 | |
Mappa di localizzazione | |
Categoria di galassie a spirale |
NGC 2276 è una galassia alquanto debole, ma facile da trovare utilizzando la "visione distolta" per individuarla. Abbastanza uniforme in quanto a luminosità, i bracci sono distinguibili solo in foto o in CCD.
In immagini più dettagliate la struttura asimmetrica, disordinata e tentacolare dei bracci ha fatto pensare in passato di trovarsi di fronte un ammasso invece di una sola galassia. Da osservazioni dettagliate sul moto dei gas di questa galassia sembra che vi sia una cospicua interazione con la vicina NGC 2300.[1]
Per individuare la zona di cielo dove "distogliere lo sguardo" per intuirne la presenza va segnalato che si trova 2',4 a NE della stella doppia SAO 1148 o ADS 5868, la cui componente principale è di magnitudine 8,03 e di tipo spettrale F8, mentre la secondaria è separata di 0',7 ed è di magnitudine 9,8.
Nei pressi, a 6',4 in direzione ESE vi è la galassia NGC 2300.
Supernove
[modifica | modifica wikitesto]NGC 2276 è fra le più prolifiche galassie in quanto ad esplosioni di supernovae in epoca storica:
- SN 1962Q - di magnitudine 16,9, scoperta il 25 febbraio 1962 da Shachbazian e Iskudarian
- SN 1968V - di magnitudine 15,7, scoperta il 26 gennaio 1968 da Shachbazian
- SN 1968W - di magnitudine 16,6, scoperta il 24 marzo 1968 da Iskudarian
- SN 1993X - di magnitudine 16,3, di tipo II, scoperta il 22 agosto 1993 da Treffers, Filippenko, Leibundgut, Paik, Lee, Richmond.
- SN 2005dl - di magnitudine 17, di tipo II, scoperta il 25 agosto 2005 da Alessandro Dimai e Marco Migliardi dal telescopio del Col Druscié di Cortina d'Ampezzo
Buco nero
[modifica | modifica wikitesto]Nel corso del 2015, dati ottenuti dalle osservazioni del Telescopio spaziale Chandra[2] hanno identificato, in uno dei bracci di spirale della galassia, un oggetto denominato NGC 2276-3c che molto probabilmente è un buco nero di massa intermedia[3]. Tali oggetti sono considerati attualmente rari perché difficili da identificare, ma si rivelano particolarmente importanti dato che potrebbero spiegare le dinamiche della formazione dei buchi neri supermassicci.
Altre scoperte
[modifica | modifica wikitesto]Un altro studio del 2015, sempre condotto con i dati raccolti dal Telescopio spaziale Chandra, ha evidenziato la presenza nella galassia di una ricca popolazione di sorgenti ultraluminose di raggi X (ULX)[4], constatando anche un elevato tasso di formazione stellare con un ritmo di 5-15 masse solari all'anno. Si ipotizza che questa elevata attività sia stata innescata dalla collisione con una galassia nana entrata in interazione con NGC 2276 e ciò potrebbe anche spiegare la presenza del buco nero di massa intermedia.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Robert A. Gruendl, Stuart N. Vogel e David S. Davis, Interaction of NGC 2276 with the NGC 2300 group - Fabry-Perot observations of the H-alpha velocity field, in The Astrophysical Journal Letters, vol. 413, 1º agosto 1993, pp. L81-L84, DOI:10.1086/186964. URL consultato il 10 gennaio 2016.
- ^ Chandra :: Photo Album :: NGC 2276 :: February 25, 2015, su chandra.si.edu. URL consultato il 10 gennaio 2016.
- ^ M. Mezcua, T. P. Roberts e A. P. Lobanov, The powerful jet of an off-nuclear intermediate-mass black hole in the spiral galaxy NGC 2276, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 448, n. 2, 21 febbraio 2015, pp. 1893-1899, DOI:10.1093/mnras/stv143. URL consultato il 10 gennaio 2016.
- ^ Anna Wolter, Paolo Esposito e Michela Mapelli, NGC 2276: a remarkable galaxy with a large number of ULXs, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 448, n. 1, 6 febbraio 2015, pp. 781-791, DOI:10.1093/mnras/stv054. URL consultato il 10 gennaio 2016.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Uranometria 2000.0 – Deep Sky Field Guide – Willmann-Bell (2001)
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su NGC 2276
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Catalogo NGC/IC on-line, su ngcicproject.org.
- (EN) Dati di NGC 2276 - SIMBAD, su simbad.u-strasbg.fr. (dettagli identificatori, misure)
- (EN) Dati di NGC 2276 - NASA Extragalactic Database, su ned.ipac.caltech.edu.
- (EN) Dati di NGC 2276 - SEDS, su spider.seds.org.
- (EN) Dati di NGC 2276 - VizieR Service, su vizier.u-strasbg.fr.
- (EN) Immagini di NGC 2276 - Aladin, su aladin.u-strasbg.fr.
- (EN) Immagini di NGC 2276 - SkyView, su skyview.gsfc.nasa.gov.
- (EN) Catalogo NASA/IPAC, su nedwww.ipac.caltech.edu.